Donami Signore un linguaggio mite che non conosca i fremiti dell’orgoglio de dell’ira

Preparazione per il Capitolo Generale 2019.

Formazione.
Formazione.

Fra qualche mese si riuniranno i Capitolari per il 35° capitolo generale della Congregazione. I capitolari, più che i rappresentati di una parte territoriale, rappresentano la Congregazione davanti alla Chiesa.

Finalmente, in Capitolo tutte le parti territoriali sono rappresentate, ma non tutti i capitolari sono “nativi” della parte territoriale che li ha eletti. Una delle mete programmate per questo Capitolo é “l’interculturalità”, affrontando seriamente l’internazionalità e la multiculturalità della attuale fisionomia della Congregazione, con “un cuor solo e un’anima sola”, “due teste ma un cuore solo”.

Papa Francesco invita la vita consacrata, che nella Chiesa ha una dimensione internazionale, ad avere una visione globale delle problematiche che riguardano i bambini, i giovani e le situazioni di “emergenza”, per agire localmente nel Paese e nel luogo dove i religiosi sono presenti. Segnala due “emergenze”, in particolare:

  • Sono 420 milioni – uno su cinque al mondo – i minori che vivono in aree di conflitto, di povertà estrema, di disastri ambientali. Circa 4,5 milioni di bambini hanno rischiato di morire per fame nel 2018 nei dieci Paesi con livelli peggiori di povertà e conflitti. Un rapporto delle Nazioni Unite denuncia il deteriorarsi delle condizioni di vita dei più piccoli nelle tante aree della Terra. Guerre, disastri ambientali, fame e miseria aumentano. A questa gravissima e inumana situazione si aggiunge l’immensa tragedia che interessa, purtroppo, anche la Chiesa, dei bambini, bambine, adolescenti, abusati sessualmente.  Anche “un solo caso di abuso” nella Chiesa rappresenta una “mostruosità” deve essere affrontato con la massima serietà” nella Chiesa e nella società.

La Chiesa dovrebbe vedere riflesso nella “rabbia, giustificata, della gente”, “l’ira di Dio, tradito e schiaffeggiato da questi disonesti consacrati”. Ora, l’unico modo per “vincere lo spirito del male” passa attraverso l’umiliazione, l’accusa di noi stessi, la preghiera, la penitenza. Un impegno per il quale è richiesta una “serietà impeccabile”. La Chiesa non cercherà mai più di insabbiare o sottovalutare nessun caso. Ripartire dalle proprie mancanze per una vera “purificazione”. Grande attenzione  deve essere riservata all’accompagnamento delle persone abusate, perché “il male che hanno vissuto lascia in loro delle ferite indelebili che si manifestano anche in rancori e tendenze all’autodistruzione”.

  • Nell’enciclica Laudato si’, la tensione per la promozione di un’ecologia integrale si accompagna all’indicazione di azioni concrete nel campo dell’educazione e formazione delle nuove generazioni: «I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi …I giovani hanno una nuova sensibilità ecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro lottano in modo ammirevole per la difesa dell’ambiente, ma sono cresciuti in un contesto di altissimo consumo e di benessere che rende difficile la maturazione di altre abitudini. Ci troviamo davanti ad una sfida educativa». Una sfida che chiama anche la vita religiosa a un  cambio di stili di vita.

I giovani sentono il bisogno di più sapere, di intelligenza, di conoscenza per affrontare le sfide globali. Sono pronti a fare la loro parte. Un’aria nuova, che pone la difesa dell’ambiente e della casa comune come dato irrinunciabile. Se nel prossimo Capitolo si affronteranno queste problematiche lo si faccia “con un linguaggio mite che non conosca i fremiti dell’orgoglio e dell’ira”.

P. Diego Spadotto, CSCh

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