Accendere sempre più una particolare tenerezza verso i giovani…

Preparazione per il Capitolo Generale 2019.

“ACCENDERE SEMPRE PIÚ UNA PARTICOLARE TENEREZZA VERSO I GIOVANI, CHE DIO AMA CON AFFETTO DISTINTO…” (P. Antonio Angelo Cavanis)

“Amare i giovani prima ancora di proporre loro le nostre attività”: semplice ed incisiva espressione che può servire per dare nuovo slancio alla pastorale giovanile e che ritratta alla perfezione il pensiero e l’azione profetica di P. Antonio Angelo Cavanis. Il Sinodo dei Giovani e l’Esortazione apostolica post sinodale Christus vivit, dicono la stessa cosa per «dare casa al futuro dei giovani”. 

I giovani, prima di tutto, vanno amati con “particolare tenerezza…con affetto distinto”, nella “Carità del Padre”. Il nostro Capitolo generale arriva al termine di un lungo periodo di semina, da parte della Chiesa, sui temi della famiglia, dell’educazione e della pastorale giovanile .

Oggi, nel nostro ministero Cavanis secondo il carisma: “L’unica cosa che non ci deve mancare è la stessa passione che Dio coltiva nel proprio cuore per la gioventù”. Come in natura tutto è sovrabbondanza, espressione di una bellezza che non chiede nulla in cambio, così nel carisma Cavanis tutto è Carità, espressione di una gratuità che non chiede nulla in cambio.

Nell’Esortazione “Cristo Vive”, Papa Francesco smuove le nostre convinzioni proprio attraverso parole coraggiose. Si comprende bene come il Papa «desideri rinnovare la giovinezza della Chiesa, indicando ciò che è essenziale: Cristo vive». 

“La Carità di Cristo” ci smuove e ci spinge verso il domani. Se non ci si lascia toccare da questa verità ogni giorno, facciamo solo rumore e tutto diventa abitudine rituale, senza vita. Papa Francesco, chiede alla Chiesa e a noi Cavanis, di non essere timorosi nell’aprirsi alle domande dei giovani, anche le più inquietanti, ad esempio, sul ruolo delle donne, sulla sessualità, sulla questione degli abusi nella Chiesa, ecc.

Ascoltare i giovani è un segno di vera Carità, significa dar loro uno spazio dentro di noi, per discernere insieme, i segni della presenza di Cristo nella loro vita. Ascoltare i giovani, significa anche affrontare insieme i temi più urgenti di oggi, come la salvaguardia dell’ambiente o il fenomeno delle migrazioni. In capitolo ci si chieda, allora, come rinnovare concretamente la pastorale giovanile e come ritornare alla “particolare tenerezza” di cui parla P. Antonio?

Siamo chiamati ad agire come Dio stesso, amando i giovani “con affetto distinto”, andando loro incontro nelle  situazioni di sofferenza, con “la fantasia della carità”,  senza troppa fretta di proporre le nostre idee e i nostri comportamenti, cercando, invece, di scoprire i loro doni, incontrandoli là dove vivono e si esprimono, spesso, in azioni concrete di servizio.  Il Papa, alla chiusura del Sinodo, ha chiesto di “pregare il documento finale”, e ora chiede di  “pregare l’Esortazione”, meditandola nel cuore, come Maria.

La Congregazione sarà capace di far rivivere la sua vera giovinezza, nella misura in cui si radica nella novità permanente che è la vita nello Spirito Santo, come Maria. In questa “società di orfani” il compito della pastorale giovanile è quello di «creare tempi e spazi di vera giovinezza», rimanendo in ascolto dello Spirito. Questo «non significa mettersi d’accordo per fare tutti la stessa cosa, bensì aprirsi alla relazione con Dio, sapendo utilizzare ognuno nel modo più adeguato gli strumenti che egli ci dona nei luoghi dove viviamo, creando così una sinfonia di voci ed esperienze diverse».

P. Diego Spadotto, CSCh

Cerca