Celebrazione del 250° anniversario della nascita del Venerabile Padre Marco Cavanis

250º ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DEL VENERABILE PADRE MARCO CAVANIS - VENEZIA 19 MAGGIO 2024

Amata Famiglia Cavanis, Consacrati e fratelli e sorelle nella fede,

La celebrazione del 250° anniversario della nascita del Venerabile Padre Marcantonio Cavanis ci ha dato l’occasione, ancora una volta, come Istituto Cavanis, di meditare e rendere grazie a Dio per il dono di avere uno dei nostri fondatori, uomo così pieno di virtù e di amore per i giovani bisognosi di educazione. Questo è il terzo anno consecutivo del Giubileo che l’Istituto Cavanis sta celebrando.

Nel 2022 abbiamo celebrato il 250º anniversario di nascita di Padre Antonio Cavanis.

Nel 2023 il 150º anniversario di nascita di Padre Basilio Martinelli.

Nel 2025 con la Chiesa Universale celebreremo il Giubileo Santo e il nostro XXXVI Capitolo Generale.

È veramente un tempo benedetto di grazie per cercare il rinnovo e la fecondità della vita comunitaria e del nostro Carisma. I fratelli Cavanis nacquero, si formarono, furono ordinati sacerdoti nel clero patriarcale e dedicarono la loro vita all’educazione nella città di Venezia. Il Signore ha voluto che iniziassero e completassero qui la loro missione. La millenaria storia veneziana ha conosciuto molti uomini e donne di valore nei diversi ambiti culturali. I Fratelli Cavanis hanno fatto storia e hanno lasciato un’eredità indimenticabile nel campo dell’educazione e della promozione umana.

Con santa modestia fondarono la prima scuola pubblica gratuita di Venezia: «Per i fratelli Cavanis l’educazione risulta un bene spettante per diritto a tutti i fanciulli e giovani, senza distinzione di ceto sociale: ricchi o poveri, nobili o meno che siano. In fondo per loro non esistono categorie sociali, ma solo gioventù bisognosa di educazione.

In difesa di tale principio, nel contesto storico della restaurazione austriaca, si potrebbe definirli come rivoluzionari e eroi della libertà dell’insegnamento cristiano. Per la scuola i Cavanis accettarono di operare, soffrire e pregare. La scuola doveva rappresentare nella loro mente il mezzo principe dell’apostolato giovanile, un mezzo configurante e caratterizzante della nuova congregazione, alla cui crescita e consolidamento essi si trovavano impegnati fin dal 1820. Non per nulla ne vollero individuare le linee fisionomiche fondamentali nel titolo di Scuole di Carità. Linee fondamentali, ma non esclusive; perchè la scuola non esaurì mai da sola gli strumenti dell’apostolato Cavanis. Comunque non c’è Cavanis senza la scuola, o almeno senza disponibilità spirituale ad essa» (Positio pp. 388-399).

È difficile parlare di uno dei fratelli senza fare riferimento all’altro, perché vivevano in una profonda comunione di spirito, paragonati all’aquila imperiale dell’impero austro-ungarico che aveva due teste ma un solo cuore. Ma di Padre Marco possiamo ricordare alcune delle sue virtù e del suo temperamento: «Mentre il p. Antonio attendeva alla direzione delle opere, il p. Marco, in qualità di procuratore, doveva darsi da fare per assicurare ad esse la vita e lo sviluppo.

Egli era quindi spesso in giro o per raccogliere fondi, o per far conoscere l’opera, o per difenderla presso le autorità civili: fu sette volte a Milano, una a Torino, due a Trento; tre volte a Vienna, una a Modena, una a Roma; senza parlare degli innumerevoli piccoli viaggi nelle città e paesi del Veneto, como Padova, Treviso, Castelfranco, Bassano, Vicenza, Verona, Rovigo, Lendinara.Dovunque si recasse, come prima cosa cercava di conoscere quali iniziative vi fiorissero a favore della gioventù, e chi ne fosse il promotore; sollecitava protettori ed elemosine all’istituto, promuoveva le vocazioni.

Il coraggio, l ’energia, la costanza, lo spirito di fede che egli metteva nel far tutto questo, ci sono rivelati specialmente dalla corrispondenza col fratello e con i membri della congregazione. È sorprendente come nessun insuccesso delle proprie fatiche sia mai riuscito a scoraggiarlo. Quando poi erano in questione le ragioni vitali dell’istituto, non c’erano difficoltà che lo facessero smarrire o indietreggiare: “Ho per massima, lo sapete – scriveva da Vienna al fratello – di batter duro fino a guerra finita”, finché cioè non avesse raggiunto il suo scopo.

La corrispondenza ci rivela inoltre quanto il p. Marco avvertisse la realtà dei propri limiti umani: per questo egli pregava molto e molto insisteva perché le due comunità, maschile e femminile di Venezia, e altre ancora, lo sostenessero con le loro preghiere. In tal modo egli aveva trovato anche un facile alibi per nascondere i propri meriti, potendo attribuire la riuscita delle sue fatiche alle fervorose preghiere del “buon fratello” e degli altri. Egli dichiarava con convinzione di essere il pulcinella dell ’Opera, che si muoveva proprio e solo in forza di quelle preghiere. Del resto era nota e ammirata in comunità l’umiltà del suo sentire. Un altro aspetto è il tono faceto, di marca genuinamente veneziana, delle lettere che manifesta in maniera caratteristica, la serenità di spirito del Venerabile p. Marco in mezzo alle innumerevoli croci» (Positio pp. 554-555). Quanto maggiori diventano le difficoltà, tanto più forte si fa la sua certezza che Dio non li abbandonerà. Scriveva al suo fratello: “Io ricordo con gran conforto che le cose nostre soglion sortir d’ordinario felicemente per la strada dell’impossibile” (Positio p. 246).

Ciò che si proponevano di realizzare era umanamente impossibile. Combattere la povertà e i vizi della Repubblica di Venezia in decadenza con l’arma sottile dell’educazione. Ma la saggezza e la prudenza insegnarono loro che nei calcoli dovevano sempre affidarsi alla divina Provvidenza. I nostri venerabili padri hanno aperto la strada. Hanno lasciato impronte illuminate dalla Fede e dall’abbandono totale alla Volontà di Dio. Su questi due eroi della Carità e dell’Educazione Cristiana si fonda la Famiglia Cavanis. Le sfide sono enormi.

Come è successo con loro, anche noi attraversiamo difficoltà e prove di ogni genere. Con Padre Antonio e Padre Marco, oggi vogliamo vivere con la forza della fede, gioiosi nella speranza e ardenti nella carità.

Dove c’è la carità là si trova Dio. Non abbiamo scuse di essere pochi o poveri. Quello che conta è se siamo innamorati per la giusta causa della educazione come lo furono i nostri padri. Dio non ci domanda di fare grandi cose, ma di lasciare che Lui faccia grandi cose in noi. Il lavoro più meritevole è che possiamo diventare persone migliori. Nessuno dà quello che non possiede.

Fratelli e sorelle, che sappiamo condividere con gli altri questa grande gioia di avere presso Dio intercessori così potenti che ci aiutano e ci ispirano ad accogliere, proteggere ed educare i nostri giovani con amore Paterno. Con i nostri Venerabili Padri preghiamo ogni giorno la nostra Cara Madre Maria, la Madre delle Scuole della Carità, con fiducia e amore filiale. Sola in Deo Sors! Sia fatta, lodata ed in eterno esaltata la giustissima, altissima e amabilissima volontà di Dio in tutte le cose. Nella fraternità dei nostri Venerabili Padri vi saluto.

Venezia, 19 maggio 2024

P. MANOEL R. P. ROSA C.S.Ch. – PREPOSITO G.

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