Cenni di biografia di Marco Cavanis

Marco, era – è – un grande veneziano, un ottimo prete, un grande religioso, grande educatore e benefattore. Come e con suo fratello, meriterebbe di essere conosciuto e ricordato di più.

PDF – Marcantonio (Marco) Cavanis – Cenni di biografia nel  250° anniversario della nascita  (1774-2024), P. Giuseppe Leonardi, CSCh

MARCANTONIO (MARCO) CAVANIS: CENNI DI BIOGRAFIA NEL 250° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA (1774-2024) Giuseppe Leonardi

La famiglia Cavanis

I fratelli conti Antonio e Marco Cavanis vissero la loro giovinezza sullo sfondo del triste panorama di miseria e sconforto susseguente alla caduta della Repubblica di Venezia (1797). Possiamo immaginarli, bambini, poi ragazzi, poi adolescenti e giovani, affacciarsi alle finestre ogivali del loro palazzo sulle Zattere a contemplare la loro città, i loro coetanei, soprattutto i numerosi ragazzi di strada, con uno sguardo di amore e di misericordia.

Con la sorella maggiore Apollonia, erano i figli del conte Giovanni Cavanis, nato nel 1738, e della nobildonna Cristina Pasqualigo-Basadonna, patrizia veneta, nata nel 1741. La nobile famiglia Cavanis apparteneva alla classe dei “cittadini originari”; i suoi membri erano iscritti nel “libro d’oro dei veri titolati” della repubblica di Venezia. La famiglia era tuttavia originaria del comune di Cornalba, presso Bergamo, che apparteneva alla Repubblica di Venezia, ma dal 1503 radicati a Venezia, Zattere.

La famiglia Cavanis era nobile, di nobiltà minore ma abbastanza antica, era per tradizione famiglia di funzionari pubblici, agiata ma non ricca. Appartenevano per tradizione alla categoria dei segretari, cioè funzionari di concetto della repubblica.

Fanciullezza e gioventù di Marco

Marcantonio Cavanis (con il nome del nonno. Marchetto, poi Marco, in famiglia e per gli amici, e più tardi in comunità), nacque il 19 maggio 1774, 250 anni fa. Era il minore e fu l’ultimo dei tre figli. Da bambino era particolarmente sveglio, birichino, amava scherzare. Ma anche studiava ed era un buon bambino cristiano. Di lui, novenne, tra l’altro abbiamo un quadernino di preghiere, inventate e scritte da lui con la sua scrittura infantile e con vari sbagli e correzioni. Commovente: «Orazioni divote / composte e scritte da / Marco / Cavanis / di anni nove, 1783». Marco aveva scritto nel titolo: «composte e scritte dal sig.r Marco Cavanis»; ma poi, forse richiamato da qualcuno, corresse, e cancellò il “sig.r”.

26 maggio 1774 Battesimo di Marco nella chiesa parrocchiale di S. Agnese.

30 marzo 1780 Prima confessione di Marco.

8 maggio 1780 Inizio degli studi di Marco.

3 ottobre 1784 Cresima di Marco.

11 settembre 1785 Prima Comunione di Marco; sempre, tutti i sacramenti, a S. Agnese

A differenza del fratello Antonio, non abbiamo di Marco un ritratto infantile e giovanile. I ritratti che se ne hanno sono fondati soltanto sulla memoria, come oggi si farebbe un identikit. Era comunque molto diverso dal fratello, tra l’altro più magro, segaligno.

Studi di Marco

Compì gli studi primari e in seguito quelli che oggi si chiamerebbero Medie e Ginnasio e anche la filosofia presso i PP. Domenicani nel convento di S. Maria del Rosario (la chiesa attualmente è chiamata – erroneamente – dei Gesuati); poi aveva compiuto gli studi superiori, letterari, scientifici e teologici, presso il celebre abate Antonio Venier. Una formazione superiore a quella del fratello Antonio. Scriveva poesie, leggeva molto; come il fratello era appassionato della Bibbia. I due fratelli tenevano una biblioteca con l’ex-libris “Ex Bibliotheca Fratrum Cavanis“. C’è un rispettabile numero di questi libri venerandi conservati nella biblioteca dell’Istituto a Venezia.

Marco continuava a essere un giovane vivace, allegro. Non era un secchione. Sua mamma cominciava così una sua lettera, rispondendo a quella che l’adolescente le aveva inviato dalla villeggiatura presso amici, in una delle ville venete del Brenta: “La vostra lettera buffonesca mi consola moltissimo…”.

Venne il tempo, e molto presto, dell’esame per aver accesso alla carriera del segretario in Palazzo Ducale. Ebbe successo. Intanto Marco continuava a prepararsi, anche frequentando l’ambiente e guadagnandosene lo stile.

9 gennaio 1787 Antonio e Marco superano gli esami e diventano (futuri) segretari della cancelleria ducale. 

21 gennaio 1788 Antonio è eletto segretario straordinario.

28 dicembre 1789 Antonio diventa segretario del governatore delle galere.

1790 o 1791 Antonio desidera entrare in un istituto religioso, ma il padre si oppone.

23 novembre 1793 Morte del conte Giovanni, il loro padre.

5.3.1794-21.3.1795 Rinuncia di Antonio alla carriera e suo percorso all’ordinazione presbiterale.

Marco segretario nella Cancelleria dogale (e dei vari governi successivi)

Il conte Marco Cavanis, nell’entrare nel suo ufficio a 21 anni (17 marzo 1795), eletto notaio straordinario in aspettativa della cancelleria ducale, dimostrava, in una lettera scritta ai suoi di famiglia dai “camerini dell’eccelso Consiglio dei Dieci” che non erano le prime volte che egli entrava negli uffici della cancelleria ducale; e che vi aveva già una certa dimestichezza; era, praticamente cosa di famiglia, anche se l’ambiente era dei più elevati del Palazzo Ducale e delle strutture di governo della Repubblica. Marco ci sapeva fare. Caduta la repubblica, con la sua competenza (sebbene con tristezza per la morte della Serenissima) continuò a servire come funzionario pubblico dei vari successivi stati e governi, fino al 1806.

Marco era conosciuto come cristiano molto praticante, e a volte era preso in giro dai colleghi e rispondeva a tono ma cordialmente; era noto per la sua onestà e correttezza. L’ambiente comprendeva tra i segretari anche persone corrompibili; lo stesso giovane conte Marco Cavanis ebbe richieste in questo senso e, per il rifiuto di mazzette o altro ne ebbe infilzato con la spada il cappello, da un richiedente disonesto e violento che per fortuna aveva poca mira.

Sono gli anni (fine 1799-inizio 1800) in cui il Conclave papale fu tenuto eccezionalmente a Venezia nell’Isola di S. Giorgio, per l’elezione di Papa Pio VII, incoronato il 21 marzo 1800.

Il fratello maggiore Antonio, intanto, nel 1796 è ordinato prete e ascritto alla parrocchia di S. Agnese, e, dopo l’abolizione di questa dal governo napoleonico, a quella di S. Maria del Rosario. Stante il grande numero (15) di preti per una piccola parrocchia, si dedicava a opere di carità, assistendo i malati di malattie veneree dell’Ospedale degli Incurabili, presso casa, si occupava di catechesi e di altre attività pastorali; e anche ad iniziative culturali per la formazione del clero. In questo, fu sempre appoggiato dal fratello Marco, ancora laico e in servizio presso Palazzo Ducale, dal 1797 sotto l’amministrazione austriaca, poi francese. Proprio Marco ispirò P. Antonio e lo spinse a far scuola gratuitamente nel palazzo avito al povero giovane Francesco Agazzi, il primo dei suoi allievi.

Inizio dell’Opera delle Scuole di Carità

Insieme, i due fratelli (Antonio prete, Marco laico) fondarono il 2 maggio 1802, nella cappella del Crocifisso, situata allora nell’atrio della chiesa di S. Agnese, una Congregazione mariana, associazione giovanile di devozione. Vi aggiunsero via via un ambiente ricreativo (l’“orto”, come lo chiamavano), e altri mezzi educativi: il teatro, i dialoghi, una biblioteca, la catechesi, la stampa di libri per i ragazzi e giovani.

Il 2 gennaio 1804 aprirono una piccola “Scuola di Carità” in Calle Larga Nani (allora a S. Trovaso), ben presto (1806) comprarono il palazzo Da Mosto (Il centro della sede attuale), perché il numero di bambini ragazzi e giovani cresceva.

La scuola era totalmente gratuita, come continuò a essere senza eccezioni dal 1804 al 1976. Anche adesso del resto, la scuola Cavanis di Venezia non apporta un centesimo alla comunità Cavanis.

Nelle scuole don Marco, dopo ordinato presbitero nel 1806, era prefetto delle scuole elementari e insegnante di religione. E molte altre cose, come vedremo. I due fratelli continuano però ad abitare con la madre e la sorella nel palazzo; Marco contribuiva a mantenere la famiglia con il suo lavoro.

Marco lascia la carriera a Palazzo Ducale e è consacrato sacerdote

Il 13 febbraio 1806 Marco lasciò il suo lavoro e la sua carriera e indossò la talare ecclesiastica.

il 19 gennaio 1806 a S. Agnese, e si presentò vestito da prete alla congregazione mariana. In seguito, pochi giorni dopo, si presentò di proposito così a Palazzo Ducale, al suo ufficio, vestito da prete, il giovedì grasso, suscitando stupore e qualche risata, di carattere però amichevole. Gli volevano bene e lo stimavano. Si accomiatò e presentò le sue dimissioni dal lavoro.

Tonsura due giorni dopo, il 15 febbraio 1806;

Quattro ordini minori il 23 febbraio 1806, a 31 anni.

Il suddiaconato il 1° marzo 1806.

Il diaconato il 20 settembre dello stesso anno.

Ricevette il presbiterato il 20 dicembre 1806.

Aveva compiuto tutti i passi verso il presbiterato in meno di un anno (11 mesi).

Fu ascritto anche lui alla chiesa parrocchiale di S. Agnese, aggiungendosi come “alunno”, cioè come prete non titolato (senza incarico specifico) agli altri 15 preti della parrocchia e ad alcuni altri “alunni”. Rimase tale fino al 1832, per circa 30 anni (36 se si considera la sua professione religiosa nel 1838), senza fare alcuna carriera! Tutti e due dovrebbero essere additati anche ai preti diocesani, come esempio.

Anche don Marco (Pre’ Marco, si firmava a volte) abitava in famiglia; e vi abiterà anche dopo la fondazione della comunità della casetta, fino alla morte della madre nel 1832.

Il ramo femminile delle Scuole di Carità e della congregazione religiosa

Il 10 settembre 1808 fondarono una casa per ragazze povere in pericolo di prendere una cattiva strada: è la scuola e l’inizio del ramo femminile dell’istituto Cavanis, con l’aiuto della marchesa S. Maddalena di Canossa. La prima sede dell’opera è a S. Vio, Ramo Mula; la seconda al monastero dello Spirito Santo; la terza (crescendo molto l’opera) alle Romite (Eremite). Era Marco soprattutto che seguiva quotidianamente questo ramo femminile dell’opera.

Nel 1819 ricevono due visite dell’imperatore d’Austria Francesco I all’Istituto Cavanis, con molta gioia. D’altra parte si nota l’atteggiamento doppio dell’imperatore che da una parte incoraggia i due fratelli a titolo personale e dall’altra con il suo apparato statale crea loro ogni genere di difficoltà.

Il 4 aprile 1817 Papa Pio VII dona all’istituto il prezioso palazzo Ca’ Corner della Regina sul Canal Grande (a S. Cassiano) per l’Istituto Cavanis femminile. Viene poi affittato e in seguito venduto, con difficoltà, a parcelle, con un mercato immobiliare debolissimo in una città decadente.

Le due congreg. diocesane masch. e femm. dei Padri e delle Maestre delle Scuole di Carità

Approvazione dell’Istituto, che si chiamerà Cavanis, da parte del governo imperiale austriaco (12 ottobre 1818; decreto regio del 19 giugno 1819) e da parte del patriarca Francesco Maria Milesi, il 19 giugno 1819 per l’istituto maschile delle Scuole di Carità e il 16 settembre dello stesso anno per il ramo femminile, chiamato delle Maestre delle Scuole di Carità. Il merito di questo successo spetta principalmente a P. Marco.

La prima comunità religiosa Cavanis, a livello pontificio

Il 27 agosto 1820 inizia la vita comunitaria nella “casetta”, in occasione della festa di S. Giuseppe Calasanzio, patrono dell’Istituto. P. Antonio lascia dunque il suo palazzo per andare ad abitare con la sua nuova piccola comunità nella nuova modestissima e umida abitazione, di fronte alle scuole, nell’attuale rio terrà Foscarini (dei arboreti), allora fondamenta dei Arsenaloti. Avevano comprato un palazzo per la scuola gratuita dei poveri, e una casupola per loro e per la comunità Cavanis. P. Marco resta con la madre per assisterla sino alla morte di lei (13 maggio 1832). Ma si dedica con tutto il cuore e la vita all’Istituto, per curare l’approvazione dell’opera, per raccogliere vocazioni, appoggio, elemosine. Viaggia molto. Tra l’altro 4 viaggi a Vienna, la capitale, per l’approvazione delle scuola e dell’Istituto. Si ammala quasi a morte per gli sforzi eccessivi, nel 1823.

Il 13 maggio 1832, con la morte della madre, P. Marco lascia il palazzo di famiglia che viene dato in locazione ad altri (sarà venduto nel 1904 per costruire un seminario) ed entra umilmente in comunità con suo fratello Antonio e i confratelli.

Nel 1834 aprono una seconda casa a Lendinara (Rovigo). Con due case, chiedono l’approvazione pontificia per l’Istituto Maschile. Nel 1835 P. Marco va a Roma e vi resterà per sei mesi; assieme a P. Antonio che è rimasto a Venezia, essi scrivono “per corrispondenza” le costituzioni dell’Istituto. Questo è approvato da Gregorio XVI (Mauro Cappellari), amico dei fondatori, veneto, con il Breve Cum christianae.

Il 15 luglio 1838, avviene la professione religiosa e vestizione dei primi religiosi Cavanis, nella sala dell’Oratorio, al primo piano del palazzo Da Mosto (ora Aula magna) e il 16 la celebrazione dell’Erezione Canonica della Congregazione delle Scuole di Carità, presieduta dal Card. Patriarca Jacopo Monico.

Commovente un piccolissimo documento (10,6 x17,3 cm) di mano di P. Marco Cavanis. È così piccolo perché senza dubbio è il foglietto che P. Marco preparò per averlo in mano, al momento di pronunciare i suoi voti, e contiene la formula della sua professione.  A parte i due documenti di sua mano, qui citate, l’archivio storico dell’Istituto mantiene migliaia di suoi documenti.

La storia della “casetta”, sede della piccola, poverissima comunità (fare scuola gratis porta a una vera povertà, quasi miseria), è la storia di P. Antonio Cavanis, che fa lavoro di posizione, dirigendo la scuola, insegnando, formando i chierici; ma è anche la storia delle preoccupazioni e sofferenze di Marco, sempre in movimento. L’arrivo frequente di P. Marco nella casetta portava una ventata di gioia, di notizie, di speranze, di apertura al mondo, di allegria, di testimonianza che servire il Signore (anche duramente) era motivo di essere gioiosi e felici. I due fratelli si completavano tra di loro, nel carattere, nel ministero e nell’impegno della formazione.

8 agosto 1839 La scuola ginnasiale Cavanis è riconosciuta scuola pubblica.

Novembre 1839 Acquisto all’asta della chiesa di S. Agnese appartenente al demanio statale (e deposito di legname), per riaprirla al culto pubblico e ad uso delle scuole.

27 marzo 1846 I due fratelli danno fondo agli ultimi beni di famiglia, donandoli formalmente alla congregazione, per le scuole.

1848-49 1ª Guerra d’Indipendenza italiana. Repubblica di San Marco a Venezia. Assedio della città a opera dell’Austria. I Cavanis collaborano. Incontro con il Tommaseo. Dopo la caduta di Venezia comincia la seconda fase della dominazione austriaca che continuerà sino al 1866.

Vecchiaia e morte dei due Venerabili fratelli. Fama di santità.

P. Marco non era mai stato al governo dell’Istituto. Il 5 luglio 1852 P. Antonio si dimette da preposito. P. Antonio è gravemente malato, quasi sempre allettato, dal febbraio 1851 fino alla morte, che viene celebrata a Venezia come la morte di un santo.

L’11 ottobre 1853 muore piamente P. Marco a ottantadue anni. Si parla della morte di un santo.

P. Marco è sepolto dapprima nel cimitero civile di S. Michele.

Il 5 settembre 1854 le sue spoglie sono trasferite a S. Agnese e sepolte dietro l’altare maggiore.

Il 1° novembre 1857 si fonda la terza casa e scuola della Congregazione a Possagno (Treviso).

Il 12 marzo 1858 muore P. Antonio, a ottantasei anni. A Venezia e dintorni c’è una sola voce: «È morto un santo, andiamo a vedere il santo!».

16 marzo 1858 i funerali sono un trionfo. È sepolto nella chiesa di S. Agnese, nella stessa tomba del fratello.

Causa di beatificazione (In corso)

La storia della causa di beatificazione dei fondatori dell’Istituto, iniziata nel 1861, non ancora conclusa a tutt’oggi, fu ed è lunga e tormentata per una serie di eventi e di situazioni storiche.

P. Sebastiano Casara, preposito, circa tre anni dopo il felice passaggio del P. Antonio, il 20 gennaio 1861, richiese al patriarca di Venezia Angelo Ramazzotti di beatificare i due fratelli Cavanis La richiesta non ebbe seguito a causa della morte del patriarca lo stesso anno.

Il processo avrebbe potuto continuare con il suo successore, ma la cosa fu impedita dalla situazione politica e delle guerre di indipendenza (1859, 1866) e dalla soppressione degli istituti religiosi e dall’incameramento dei loro beni (1866-67).

Una seconda richiesta di beatificazione di P. Casara alla curia patriarcale di Venezia ebbe luogo il 12 marzo 1877, ma si arenò quando il patriarca Giuseppe L. Trevisanato, morì il mese successivo.

Il 21 ottobre 1877, il suo successore monsignor Domenico Agostini insabbiò la causa, a quanto pare per antipatia verso Antonio Rosmini, la cui filosofia e visione della chiesa P. Sebastiano Casara (preposito generale) seguiva e professava. Il processo verteva ora sui documenti, non sulle testimonianze per la morte dei possibili testimoni.

Il 9 novembre 1918, cinque giorni dopo la fine della prima guerra mondiale, il preposito P. Augusto Tormene presentò la terza richiesta al patriarca card. Pietro La Fontaine. Egli il primo febbraio 1919 firmò il decreto d’introduzione della richiesta di beatificazione a livello diocesano e il procedimento iniziò il 24 febbraio 1918 e si concluse il 10 febbraio 1923, dopo 98 sessioni e con venti testimonianze ammesse ad audizione. Seguì il riconoscimento delle spoglie mortali dei due fratelli

Il 17 aprile 1935 la Sacra Congregazione dei riti approvò con decreto questo procedimento.

Dal 1969 la causa procedette alacremente, e si giunse alla approvazione della Positio super introductione causae et virtutibus ex officio concinnata, pubblicata il 25 marzo 1979.

Infine il Papa Giovanni Paolo II, in data 16 novembre 1985, firmava i due decreti sulle virtù eroiche dei due Servi di Dio. Da quel giorno il loro titolo è “Venerabili Servi di Dio Antonio Angelo e Marco Antonio Cavanis”. Per la beatificazione e la canonizzazione, si spera che essi ottengano da Dio un miracolo, e poi un altro, secondo la prassi della Congregazione per il culto dei Santi.

Com’era Marco Cavanis?

Era molto diverso dal fratello, Anton’Angelo (Antonio) Cavanis. A giudizio dei contemporanei, se il primo era calmo, riflessivo, timido, riguardoso, Marco era vivace, pronto, ardente, animoso, intraprendente, poeta ed oratore. Era anche molto realista, buon conoscitore delle cose del mondo senza essere mondano. Era più aperto in senso geografico e storico, rispetto al fratello.

I due fratelli erano – dicevano essi stessi – come l’aquila austriaca: due teste e un cuore solo. Si completavano bene, discutevano a volte, si volevano un bene matto.

Marco era, come Antonio, appassionato per bambini/e, giovani e ragazze, soprattutto per i poveri e abbandonati; innamorato della pastorale della gioventù come pochi. Per loro aveva dato via la carriera, la nobiltà, i beni familiari, tutta la sua vita. In conseguenza, era e viveva da povero, con le scarpe rotte e la talare lisa.

E anche se era un grande viaggiatore e camminatore, in quanto Procuratore, economo e factotum della scuola e della congregazione, quando era in casa era sempre con i bambini e ragazzi in cortile e visitando le classi, celebrava l’eucaristia per loro, formava i docenti, insegnava lui stesso, con la sua ampia e profonda cultura adattata ai piccoli.

Aveva un’indole forte, maschia, sangue caldo, fantasia, poesia, gioia, profezia. Era costante nelle imprese, e non mollava. Era sincero e coraggioso anche davanti ai sovrani.

Aveva una scrittura bellissima, segno di intelligenza e buon gusto, ma anche della sua formazione come segretario nella cancelleria ducale della serenissima repubblica di Venezia. Da questa posizione professionale e sociale, aveva raggiunto, a vantaggio dell’Istituto, una grande capacità di contatto, di diplomazia – salva la verità e la giustizia –, di dialogo, di savoir faire, di stare nel mondo e nella storia.

Era – è – un grande veneziano, un ottimo prete, un grande religioso, grande educatore e benefattore. Come e con suo fratello, meriterebbe di essere conosciuto e ricordato di più.

L’Istituto Cavanis oggi

La Curia generalizia fu trasferita da Venezia a Roma nel 1996 per dare maggiore centralità al governo di una congregazione religiosa diffusa ormai nel mondo, con sette case in Italia e altre in Sud America (Brasile, Ecuador, Bolivia), Africa (Repubblica democratica del Congo e Mozambico) e Sudest Asiatico insulare (Filippine e Timor Est). La congregazione nei vari paesi si dedica all’educazione e istruzione di bambini e ragazzi di ambo i sessi, con preferenza dei poveri, per mezzo delle scuole, case per bambini e ragazzi poveri, patronati, e con tutti i mezzi educativi. Il secondo carisma è quello degli esercizi spirituali.

Cerca