Gentili lettori, lettrici, abbonati e sostenitori della rivista Charitas,
Oggi più che mai viene spontaneo chiedersi quale mondo troveranno i bambini e i giovani nel loro futuro. Se li si ama davvero, non è possibile evitare di i per loro. In fin dei conti le prospettive, facilmente intuibili, non sono a favore di chi dovrà affrontare un contesto derivante dalla situazione attuale. Purtroppo questo mondo non è amico degli uomini e delle donne del futuro, perché già non lo è nei confronti deibambini e ragazzi d’oggi.
A causa delle ansie, delle urgenze e di legittime preoccupazioni, le famiglie e i responsabili della crescita, formazione e educazione di bambini e ragazzi perdono il contatto con la realtà e finiscono per diventare assenti o, in alcuni casi, irresponsabili nei loro confronti.
Per i Cavanis questa realtà, più che una fonte di preoccupazione o d’analisi, deve essere compresa come un richiamo ad un impegno ancor più mirato in difesa dei valori fondamentali per il presente e per il futuro della nostra gioventù.
In effetti, continua ad essere urgente e necessario definire orizzonti chiari e prospettive rassicuranti nelle nostre opere educative e formative. La preoccupazione degli educatori deve essere sempre quella di aiutare i giovani, alla luce del Vangelo e con la consapevolezza della propria responsabilità e libertà interiore, ad acquistare la maturità psicologica, a soddisfare le loro legittime aspirazioni a tutti i livelli, ad assumere un atteggiamento critico e positivo di fronte ai fatti della vita e a prendersi le proprie responsabilità di ordine sociale, culturale e politico (Progetto educativo Cavanis, n. 38).
Nelle pagine di questo numero della rivista Charitas abbiamo voluto raccontare un po’ della vita Cavanis, con ritagli di storia, avvenimenti e persone, mettendo in luce come l’attenzione paterna e la preoccupazione per il futuro dei giovani si concretizzino in molti modi e situazioni attraverso il nostro apostolato educativo.
Insieme, religiosi e laici, possono fare la differenza nella vita dei bambini, adolescenti e giovani di oggi, rendendoli icapac di salvare il futuro del mondo di domani. Non è lecito e degno abbandonarli alla propria sorte. Noi Cavanis ripartiamo sempre da dove gli altri si fermano.
E dunque, nonostante una realtà piena di grande incertezze, per il bene della “povera gioventù dispersa”, che da noi aspetta segni di speranza e accoglienza, lasciamo che ci unisca la scambievole carità, ci animi lo stesso spirito, ci conforti la vocazione, ci guidi la volontà di Dio, la sua gloria e l’amore per la gioventù, e speriamo ogni più eletta benedizione (P. Marco Antonio Cavanis).