MISSIO, l’organismo per la pastorale missionaria della CEI, ha fornito, anche quest’anno, le diocesi, le parrocchie, le istituzioni cattoliche, di un’abbondanza di sussidi pieni di contenuto e ricchi di creatività. Sfogliando il materiale ricevuto mi sono venuti questi pensieri, legati alla nostra identità e esperienza missionaria Cavanis. “Spezzare il pane per tutti i popoli”. Questo il tema per il mese missionario, ottobre 2010.
Vuole richiamare la bellezza e la gioia della condivisione, specie se si tratta del bene più prezioso che abbiamo a disposizione, come cristiani: l’amore di Dio che si manifesta in Gesù! Per noi Cavanis la bellezza e la gioia della condivisione si manifesta soprattutto nel condividere l’educazione cristiana della gioventù con quella fervente Carità che ha animato i nostri Fondatori nei confronti di tanta povera gioventù dispersa. In questo si concretizza il nostro essere missionari Cavanis.
“Date voi stessi da mangiare” (Mc 6, 37) non è solo un invito a distribuire il pane ma ad essere noi stessi pane per i giovani, per i poveri, senza risparmiarci in nulla, dando tutto di noi stessi. L’invito di Gesù è rivolto, ancora una volta, anche a tutti gli educatori Cavanis. Date voi stessi da mangiare il Pane del Cielo per mezzo della conoscenza della Parola di Dio, della catechesi, dell’insegnamento, facendovi piccoli con i piccoli, poveri con i poveri, umili e servizievoli nella sofferenza di tanti bambini e giovani. Non dite mai: dove troveremo tanto pane per dar da mangiare a tanti ragazzi? Dove troveremo tanti soldi per comprare pane per queste moltitudini? Dove troveremo pane in questo deserto di indifferenza e di mancanza di compassione, nel quale ci troviamo? Entra! C’è posto per tutti. Ecco cosa ci piacerebbe dire a tanti giovani, ma… non abbiamo tempo, non c’é spazio e quello che c’è, è già occupato dalle nostre cose e dai nostri interessi.
E poi tutto è burocratizzato, ci sono tante leggi da rispettare, convenienze da osservare, non si può certo arrivare a tutto e a tutti, qui non siamo mica in terra di missione! Eppure il Signore dice ai suoi servi: andate e cercate dappertutto, voglio che la sala del banchetto sia piena.
“Cercando un titolo per il programma educativo che vogliamo realizzare nei prossimi tre anni ho trovato questo motto: “Living in the light”, vivere nella luce. Questo non è solo uno slogan, è una sfida. A Port Moresby le tenebre che minacciano la luce assumono sagome ben precise. In una città di trecentomila abitanti, migliaia e migliaia di bambini non vanno a scuola. Fino a pochi anni fa non li vedevi mendicare. Oggi sì. Gli adolescenti e i giovani che possono studiare o lavorare sono meno della metà del totale….Da nessun’altra parte, come su queste colline alla periferia della città, ho visto la difficoltà del passaggio dalla vita tradizionale a quella moderna e mi sono chiesto con quale giustizia sia stato imposto a tutti nel mondo lo stesso modello di sviluppo. Sulla barca dei sogni dello studio, della scuola, riesce a salire a mala pena il 10% della popolazione. Gli altri restano a terra, impantanati nella depressione delle periferie urbane…Diventa davvero impossibile recuperare i ragazzi quando sono in strada, analfabeti, senza prospettive di lavoro, malati, organizzati in bande. Li trovano prima i criminali, o la polizia quando cominciano a delinquere. E il virus dell’Aids li sorprende e se li porta via in numero crescente…”Vivere nella luce” non può essere un programma di pochi: tutta la comunità cristiana deve farsi carico” (P. Giorgio Licini in “Con i miei ragazzi fuori dal buio).
La Procura delle Missioni Cavanis – PMC, offre questi pensieri agli educatori Cavanis con l’invito a mantenere vivo l’impegno missionario nell’educazione cristiana della gioventù là dove il Signore ci ha chiamati e inviati in Missione.
P. Diego Spadotto CSCh