Dal 4 ottobre 1957 quando l’URSS lanciò il primo satellite artificiale, SputniK, gli uomini hanno continuato a esplorare lo spazio. Oggi, la sonda lanciata dall’uomo più distante dalla terra (Voyager 1) ha raggiunto lo spazio interstellare a 22 miliardi di km dal sole.
Nel suo viaggio, nel 1990 ha scattato una foto della terra che è passata alla storia con questo nome: “Pallido puntino azzurro”! Proprio questa immagine dice quanto “insignificante” sia la Terra nell’Universo. Ma su questo “puntino” insignificante vivono quasi 8 miliardi di persone che ogni giorno fanno del bene o si ammazzano tra di loro e rovinano il “puntino”. Per i cristiani, in questo “puntino”, Cristo Dio si è fatto uomo. Ora, non c’è nessun altro posto, per lo meno nel prossimo futuro, dove la specie umana possa migrare se si continua a violentare questa Terra Madre, dove ci giochiamo la vita. Conviene proprio trattarla bene e ragionare secondo una nuova concezione del tempo, non più il tempo ciclico di attesa di ciò che è passato e deve tornare, ma un tempo lineare verso “cieli nuovi e terre nuove”. Tutti, possiamo collaborare a costruire bellezza, giustizia, verità e fraternità.
In occidente le radici culturali sono il monoteismo ebraico/cristiano e il politeismo greco. I valori che governano il monoteismo ebraico/cristiano sono etici, quelli del politeismo greco sostanzialmente sono estetici. Oggi, questi valori sono, in qualche misura, intrecciati nella nostra formazione culturale. La parola, la riflessione e l’azione umana orientano la vita secondo l’etica insieme alla bellezza. Secondo Papa Francesco, il bisogno di etica e di bellezza è qualcosa di naturale, precede ogni educazione. Nessun tempio greco ha mai ferito il paesaggio ma i capannoni dei centri commerciali deturpano il paesaggio. I templi nascono per scopi umani di etica ed estetica, i centri commerciali per interessi economici. Solo se abbiamo esperienza della bellezza possiamo comprendere a fondo le catastrofi dell’ingiustizia moderna, della deforestazione selvaggia, del gusto per l’horror, dell’edilizia abusiva che degrada il paesaggio, della violenza sul corpo degli esseri umani che incide nella loro anima una ferita indelebile.
Cosa possiamo fare per superare il degrado ambientale e sociale, etico e umano? Per affrontare l’intreccio fra ingiustizie sociali e ambientali, fra diseguaglianze e diversità, unendo persone di buona volontà, competenti, attive e che credono in un mondo migliore e umano, convocando quei giovani navigatori dei social che hanno una buona bussola di orientamento.
Nell’attuale società, occorre aprire spazi di dialogo e di accompagnamento reciproco, stringendo alleanze educative tra tutti i protagonisti della vita sociale. Occorre cercare insieme nuove forme di partecipazione attiva di giovani e adulti che nascano dalla condivisione creativa, dal coinvolgimento di tutti. Ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione. L’educazione che ha al centro la persona nella sua realtà integrale ha lo scopo di portarla alla conoscenza di sé stessa, della Casa comune in cui è posta a vivere e soprattutto alla scoperta della fraternità come relazione che produce la composizione multiculturale dell’umanità, fonte di reciproco arricchimento. Tre i valori generatori:
We are: esserci in prima persona, non tenersi fuori dal corso della storia globale, locale, personale. Tutti, giovani e adulti, possono scegliere di esserci.
We share: condividere e partecipare. Il dialogo è imprescindibile per costruire la “cultura dell’incontro”, per cambiare il modello di sviluppo globale, per ri-orientare la globalizzazione verso la relazionalità.
We care: coinvolgersi in prima persona nel comprendere le implicazioni del nostro essere una sola famiglia umana, in sola Terra.
P. Diego Spadotto CSCh