L’uomo deve decidere se continuare ad essere un virus letale per la Terra, oppure no

Siamo sicuri che il progresso debba essere soltanto crescita? Non sarebbe molto meglio arrivare a una situazione in cui tutti abbiamo poco ma il giusto?

Formazione.
Formazione.

Dal rispetto per la vita e per i bambini comincia tutto il lungo processo dell’ecologia integrale e di una nuova “cittadinanza ecologica”. Il bambino che chiede aiuto per diventare autonomo e per non essere usato per soddisfare le carenze degli adulti, ricorda che la fragilità è costitutiva della condizione umana e di ogni sua realizzazione, riguardo alla salute, alle condizioni economiche, il lavoro, le relazioni interpersonali, sociali, politiche, istituzionali e della Terra con tutte le sue meravigliose manifestazioni di vita e di bellezza. Il tutto è come la statua di cui parla il profeta Daniele (Dn 2, 31 e ss). “Statua enorme e di grande splendore”, di oro, argento, bronzo e ferro, ma con i piedi di argilla, la sua fragilità. Basta una pietra che rotola giù dalla montagna per mandarla in frantumi. Oggi l’orgoglio dei poteri economici, militari e politici, economici e finanziari sono stati ridotti da un virus come la statua a “pula sulle aie d’estate”. Solo assumendo questa fragilità e il senso del limite che si può costruire la fortezza per andare avanti.  La coscienza della nostra fragilità comune ci sollecita a un’etica della solidarietà e della fraternità e alla presa di coscienza di un destino comune, perché tutto nel mondo “è interconnesso, collegato e in relazione”. Nella fragilità lo spirito umano può manifestarsi come resiliente, creativo e perfino geniale.

Questo è un discorso di fiducia nella forza di Dio e nella fragilità dell’uomo. Senza questa fiducia continueremo a costruire statue che hanno i piedi di argilla.  A cinque anni dalla pubblicazione della “Laudato si’, in questo tempo difficile, che sarà destinato a cambiare non poco le società in cui viviamo, siamo chiamati ad aver cura gli uni degli altri, a non chiuderci nell’egoismo, a promuovere e difendere la vita umana dal suo sorgere fino al suo naturale compimento, ad offrire cure mediche adeguate per tutti, ad alimentare la solidarietà internazionale, a combattere la cultura dello scarto, a studiare, costruire insieme nuovi sistemi economici e finanziari più equi, a impegnarci per il dialogo, la pace, il rifiuto della violenza e della guerra.“Ribadire la centralità della dimensione dell’ecologia integrale nella vita di tutti noi e aiutare a trovare modalità concrete per viverla e declinarla a partire dalla propria sensibilità, ma soprattutto a partire dalle esigenze della cura della nostra casa comune e di coloro che la abitano, specialmente se si trovano nelle situazioni più disagiate e vulnerabili”. “Dare concretezza al nuovo paradigma di ecologia integrale”, proposto dalla Laudato Sí, significa avere “una visione lungimirante, che deve concretizzarsi nei luoghi e negli spazi in cui si coltivano e si trasmettono l’educazione e la cultura, si crea consapevolezza, si forma alla responsabilità politica, scientifica ed economica, e, in generale, si procede ad azioni responsabili”.

“La scuola, i bambini e la gioventù che hanno perso non solo il primato di trasmissione della conoscenza, ma anche del rispetto e delle progettazioni per il futuro, dovrebbero acquisire una nuova centralità”. Non possiamo ripartire de vecchi schemi bensì da nuove modalità di vivere il carisma. Non da visioni dell’interesse economico personale che non prende in considerazione una fiducia incondizionata nella Provvidenza, ma da comune responsabilità verso questo mondo meraviglioso e fragile. Serve un nuovo concetto di “cittadinanza ecologica” anche per evitare il rischio di disastri ambientali, evitando di usare i mari e gli oceani come discarica, tutelare  l’ecosistema. Promuovere i giovani verso un lavoro dignitoso e una solidarietà generosa e concreta, rigettando ogni discriminazione, riconoscendo a tutti gli effetti la pari dignità delle donne, purché degno della persona e il primato della persona umana sulle macchine, sulle ideologie e sulle nuove tecnologie. L’uomo deve decidere se continuare ad essere un virus letale per la Terra, oppure no. “Siamo sicuri che il progresso debba essere soltanto crescita? Non sarebbe molto meglio arrivare a una situazione in cui tutti abbiamo poco ma il giusto? Oggi l’economia non è per l’uomo ma è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi terribili, per produrre cose per lo più superflue” (T. Terzani)

P. Diego Spadotto CSCh

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