Carissima Famiglia Cavanis

Il 2 maggio per noi è una data molto importante, perché proprio in questo giorno nel 1802 i due Venerabili fratelli Antonio e Marco fondarono nella chiesa di Sant’Agnese un’associazione giovanile che diede inizio all’Opera Educativa Cavanis. Ma nulla era frutto del caso. Avevano ricevuto dalla famiglia una solida formazione umana e culturale e cristiana. Con cuore generoso e spirito aperto, capirono molto presto che pochi bambini e giovani avevano il loro stesso privilegio. Non si sono chiusi nel loro mondo, nella loro spazio di comodità.

Non appena i tempi furono maturi, abbandonarono una promettente carriera come funzionari della Repubblica Veneta e si dedicarono anima e corpo alla vocazione che li affascinava: aiutare con l’istruzione un gran numero di bambini e giovani a diventare protagonisti del loro destino. A tal fine fondarono la prima scuola pubblica e gratuita a Venezia, insieme a tante altre iniziative sportive, culturali e religiose. Un sogno che è durato tutta la loro vita. Non abbandonarono mai più l’istruzione, perché era la perla preziosa che avevano trovato.

Possiamo chiederci: cosa rappresenta questo per noi oggi? Può darsi che l’ideale di vita dei fratelli Cavanis sia rimasta nel passato per il motivo che i nostri tempi sono così diversi? Il cantiere è ancora aperto. L’ideale continua. Ogni generazione deve sapere come affrontare le proprie sfide. Possiamo imparare molto dalla storia. Siamo quello che siamo oggi grazie in grand parte a chi ci ha preceduto.

Nessuno costruisce nulla nell’aria e nulla viene piantato nel vento. In questa data vogliamo ricordare, ringraziare e imparare dall’esempio di vita dei nostri Venerabili Fondatori. Gesù ci invita a rimanere nel suo amore (Gv 15, 9-11), dare priorità all’essenziale, crescere nei valori evangelici, nella certezza che il mondo sarà migliore, quando noi saremo migliori. Questo è stato l’insegnamento che i Fratelli Cavanis hanno imparato dal Vangelo e hanno saputo incarnare nella loro vita.

Pochi giorni fa la città di Venezia ha accolto Papa Francesco, che durante l’incontro con i giovani ha proposto due verbi: alzarsi e andare. Alzarsi da terra, perché siamo fatti per il Cielo. Alzarsi dalle tristezze per levare lo sguardo in alto. Alzarsi per stare in piedi di fronte alla vita, non seduti sul divano. Alzarsi per dire “eccomi!” al Signore, che crede in noi. Alzarsi per accogliere il dono che siamo, per riconoscere, prima di ogni altra cosa, che siamo preziosi e insostituibili. E dopo l’alzarsi, andare. Andare è farsi dono, donarsi agli altri, capacità di innamorarsi; una giovane, un giovane che non sente la capacità di innamorarsi o di essere amorevole con gli altri, qualcosa gli manca. Andare incontro, camminare, andare avanti”.

Cari confratelli, collaboratori e giovani, i fratelli Cavanis erano innamorati della vita. Vivevano con la spina dorsale eretta perché liberi da tutto ciò che poteva sminuire la loro dignità. Hanno camminato moltissimo, hanno fatto il grande viaggio tra la mente e il cuore. Costruirono ponti e canali attraverso i quali scorreva il bene. Questa è l’eredità che abbiamo ricevuto e che cerchiamo di viverla nella fedeltà d e nella creatività per aprire nuove strade.

Auguro a tutti voi generosità e saggezza nel costruire un’esistenza che possa essere integrale e che possa ispirare le generazioni future. Che la Madre delle Scuole di Carità interceda per noi. Nella fraternità dei nostri Venerabili Fondatori. Sola in Deo Sors!

Venezia, 02 maggio di 2024

P. Manoel Rosalino Pereira Rosa, C.S.Ch. – Preposito generale

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