Mozambico: Aggiornamento dalla Missione Cavanis

È già passato del tempo da quando questa parte del Mozambico ha iniziato ad affrontare una grave emergenza a causa degli attacchi armati che finora sono stati incontrollabili e continuati.

Le gravi conseguenze di questi attacchi, iniziati il ​​5 ottobre 2017, hanno causato morte e la fuga forzata di molte famiglie.
Le gravi conseguenze di questi attacchi, iniziati il ​​5 ottobre 2017, hanno causato morte e la fuga forzata di molte famiglie.

Come già noto, la preoccupante situazione della pandemia del “coronavirus” è motivo di grande preoccupazione per il popolo mozambicano. Ma ad oggi, la preoccupazione principale è ancora il persistere di attacchi armati nella regione settentrionale della provincia di Cabo Delgado, dove si trova la nostra missione di Macomia.

È già passato del tempo da quando questa parte del Mozambico ha iniziato ad affrontare una grave emergenza a causa degli attacchi armati che finora sono stati incontrollabili e continuati.

Purtroppo, gli aiuti che arrivano non sono sufficienti, visti i crescenti bisogni che sono sempre maggiori.

Purtroppo, gli aiuti che arrivano non sono sufficienti, visti i crescenti bisogni che sono sempre maggiori.
Purtroppo, gli aiuti che arrivano non sono sufficienti, visti i crescenti bisogni che sono sempre maggiori.

La situazione da un punto di vista politico, sociale ed educativo:

 Da un punto di vista politico:

Purtroppo, la guerra nella regione settentrionale della provincia di Cabo Delgado sembra essere ignorata o sconosciuta. Purtroppo, non è una notizia di interesse per la stampa internazionale. Nessuno parla dell’azione e dell’identità dei “ribelli”. La questione sembra essere trattata “solo e appena” come un conflitto interno al Paese ed è per questo che i terroristi continuano ad agire senza incontrare resistenza, costringendo più di 500.000 famiglie ad abbandonare le loro case, lasciando dietro la loro fuga più di 2000 morti.

Di fronte a questa situazione, il governo ha promesso di chiedere aiuto a forze straniere per combattere e porre fine a questa guerra. Oggi, l’intera regione in cui si concentrano le ricche riserve di petrolio e gas naturale si trova sotto il controllo degli insorti.

Le gravi conseguenze di questi attacchi, iniziati il ​​5 ottobre 2017, hanno causato morte e la fuga forzata di molte famiglie.
Le gravi conseguenze di questi attacchi, iniziati il ​​5 ottobre 2017, hanno causato morte e la fuga forzata di molte famiglie.

– Dal punto di vista della vita sociale:

Le gravi conseguenze di questi attacchi, iniziati il ​​5 ottobre 2017, hanno causato morte e la fuga forzata di molte famiglie. Le persone che riescono a salvarsi si vedono costrette ad abbandonare le loro città, villaggi e i propri beni per trasferirsi in altre aree o province. Come risultato di questi attacchi terroristici, la fame è entrata nelle città e la vita è diventata difficile e costosa.

In questo contesto, il servizio dei missionari è quello di supportare i profughi cercando di venire incontro alla loro necessità fondamentali (cibo, alloggio e assistenza sanitaria) e offrire supporto psicosociale in modo che le vittime possano superare questo momento e continuare a lottare per il futuro del loro Paese. Altri Paesi, organizzazioni non governative, associazioni e persone di buona volontà stanno cercando di aiutare queste persone a riprendere la loro vita.

Molte delle persone in fuga sono accolte dai familiari o sono temporaneamente ospitate in case prestate da persone di buona volontà. Ma poi devono trovare uno spazio proprio.

Le gravi conseguenze di questi attacchi, iniziati il ​​5 ottobre 2017, hanno causato morte e la fuga forzata di molte famiglie.

Purtroppo, gli aiuti che arrivano non sono sufficienti, visti i crescenti bisogni che sono sempre maggiori. Ecco perché la Chiesa motiva e accetta qualsiasi aiuto che possa alleviare le sofferenze di queste persone. Continuano le campagne a sostegno degli sfollati sia a livello nazionale che internazionale con l’obiettivo di sostenere e offrire un po’ di speranza.

– Dal punto di vista educativo:

Lo scorso settembre sono state riprese le lezioni del 7°, 10° e 12° anno. In queste fasi, la promozione o la conclusione è subordinata al superamento di un esame o esame governativo. Per le altre fasi sperano di riprendere le attività l’anno prossimo.

Purtroppo, gli aiuti che arrivano non sono sufficienti, visti i crescenti bisogni che sono sempre maggiori.
Purtroppo, gli aiuti che arrivano non sono sufficienti, visti i crescenti bisogni che sono sempre maggiori.

Conclusione:

Possiamo dire che la situazione attuale della nostra missione Macomia è molto complicata perché in questo contesto di continui attacchi terroristici, molte persone sono scappate dalla missione senza alcuna speranza di tornare. Tuttavia, alcuni di coloro che sono fuggiti a causa dell’attacco del 28-31 maggio e che non hanno un posto sicuro dove andare, stanno tornando a causa della carestia nelle città più grandi.

Pertanto, stiamo vivendo in un ambiente di paura e incertezza sul futuro. Recentemente abbiamo ricevuto informazioni di un attacco per la seconda volta in una delle nostre comunità, chiamata CHAI.

Per celebrare questo Natale segnato dal dolore e dalle lacrime, abbiamo programmato due Sante Messe nelle città di Pemba e Chiure, i due luoghi dove si trovano molti dei nostri parrocchiani, costretti a fuggire da Macomia. A Pemba, la Messa si celebrerà domenica 27/12/2020 e a Chiure nella prima settimana del nuovo anno 2021.

Ringrazio tutti per la preghiera e il sostegno a favore delle vittime e dei bisognosi del Mozambico e in modo speciale la Congregazione Cavanis, per il sostegno finanziario agli studenti che hanno ripreso le attività scolastiche.

Dio vi benedica!
Padre Jeancy Kayaba, CSCh
Pemba, Mozambico

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