Non più “gli altri”, ma solo “noi”

Come vivere questo tempo di pandemia alla luce della fede

Quando P. Edmilson mi ha chiesto di scrivere un articolo che trattasse il tema della fede in questo tempo di pandemia, mi sono sentita tremare.

Non esito nel dirVi che, a livello interiore/personale, è stato uno dei momenti più intensi della mia vita. Sono passata da un primo periodo (durante il primo look down) di intensa e autentica paura, a riscoprire la fede, la fiducia in Colui che “conta perfino i capelli del nostro capo”! La quaresima 2020 è stata, per me, un passaggio autentico dalla schiavitù della paura, del rimpianto, del panico; alla libertà dei Figli! Ma il Coronavirus continua, e perciò continua anche ad interpellare il mio essere donna, mamma, moglie, figlia e, non ultimo, cristiana!

Persiste nel provocarci ed a chiedere a ciascuno di noi una responsabilità, che fino a poco più di un anno fa, non immaginavamo. Oltre a usare i normali mezzi di tutela della salute, nostra e degli altri, che fare? Come discepoli del Gesù vivo e vero, non possiamo accontentarci di vivere questo periodo come un percorso spirituale, intimistico, seppur profondo e edificante e, d’altra parte, non possiamo neppure aspettare semplicemente che passi!

Professare la nostra fede nel Signore della Vita significa, obbligatoriamente, portare la Sua luce, la Sua vita: essere cioè “Suoi testimoni fino agli estremi confini della terra”.

Per questo forse gettare un occhio “oltre” ci può aiutare ad aprire gli occhi! In Italia, dall’inizio della pandemia ad ora, sono stati contagiati il 6,12 per cento della popolazione. Mentre il tasso percentuale della denutrizione, a livello mondiale, si attesta intorno allo 8,9 per cento (fonte: Rapporto ONU sull’alimentazione 2020).

Percentualmente quindi sono più le persone che soffrono la fame nel mondo, rispetto ai contagiati per il Covid 19 in Italia. Eppure, il Coronavirus ci mette molta più paura! Perché? Perché questo virus è nelle nostre città, nelle nostre vie! È accanto a noi!

Ci minaccia negli affetti più profondi, fino alla nostra stessa vita! Ma non guardare oltre il nostro naso, oltre il nostro orticello… non fa di noi dei discepoli del Maestro! Come Figli della Luce bisogna portare luce in ogni dove, bisogna squarciare le tenebre dell’egoismo e dell’insensibilità.

Nessuno si salva da solo” ci ripete impetuosamente Papa Francesco, nessuno può dirsi quindi estraneo alla sorte di tanti fratelli! Il Padre, secondo me, chiede a ciascuno di noi: “Alessandra, dov’è tuo fratello?” Dov’è tua sorella? Dove hai posato il tuo cuore? Se il nostro cuore è ripiegato su noi stessi, sul “proteggerci” dall’altro, difficilmente scorgeremo il volto di Colui che è Altro. Il Signore Gesù lo incontriamo solo se ci fermiamo a guardare negli occhi i nostri figli, il nostro patner, i nostri colleghi, i nostri vicini di casa, i nostri studenti ed anche, non ultimi!

Nei volti dei bambini/ragazzi delle Case do Menor dei Padri Cavanis sparse in tutto il mondo! Concludo con le parole di Papa Francesco: <<Voglia il Cielo che alla fine [della pandemia] non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”>> (Fratelli Tutti n.35).

Alessandra Quilici

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