Quale cammino di santità propone padre Marco Cavanis?

P. Marco non si è lasciato sedurre dal benessere della sua famiglia, dai beni materiali e nemmeno dal potere e dal successo...

I santi nell’agiografia cristiana non sempre sono presentati con linguaggio cattivante, umanamente realistico e con esempi ben poco aderenti alla realtà, miracolistici e strani. Niente di tutto questo troviamo nella vita del Venerabile P. Marco Cavanis. Proviamo a dire e testimoniare giorno per giorno cosa ha suscitato in noi la conoscenza della sua vita santa e poi il desiderio di seguire la sua spiritualità, imitandone gli esempi di vita. Fondamentale per me è stata la sua scelta chiara, coraggiosa e fedele alle ispirazioni del Signore che lo invitava a fare la sua parte per i giovani, nella triste realtà del suo tempo, attraverso una decisione esistenziale di appartenenza piena a Cristo e alla gioventù.

  1. P. Marco non si è lasciato sedurre dal benessere della sua famiglia, dai beni materiali e nemmeno dal potere e dal successo, ha “rinunciato a una carriera onorata e al benessere, per abbracciare gioiosamente la povertà”. La sua presenza tra i giovani, fatta di condivisione della loro vita, è stata totale, rifiutava ogni altro impegno che lo portasse lontano da questo che era prioritario. 
  2. P. Marco ha parlato, insegnato e testimoniato il Signore non “a memoria”, come se Dio Padre fosse un’astrazione o una teoria. Ha vissuto imitando Gesù nel fare in tutto la sua volontà in mezzo ai ragazzi, “per arricchirli della scienza e dell’amore di Cristo” con una vita semplice, di intenso lavoro, buon umore e sana ironia, “nella serena certezza l’amore del Padre non abbandona mai chi si fida della sua Provvidenza”.
  3. P. Marco ha accettato in obbedienza di fede, contrarietà e ostacoli, malattie e sofferenze, fino alla fine della vita, ritenendosi umilmente una “vela troppo grossa e pesante” per la barca della Congregazione. Con umiltà e saggezza previdente si è consumato per la Congregazione. 
  4. P. Marco ha accettato di percorrere una via crucis, quella che non solo è stata forse ingiusta e che gli ha lasciato i segni del dolore impressi nell’anima. Ha guardato alle profondità del suo cuore per conoscere cosa vi è nascosto, per capire cosa vi è dentro e vedere se  era mosso da pura gratuità, quella che non pretendeva nulla, nemmeno che i giovani diventassero migliori per ripagare la sua dedizione a loro. Non si è mai autocompiaciuto né mai ha cercato soddisfazione per il bene fatto.
  5. Anche i “no” sono stati un tempo di graziaper p. Marco, lo aiutavano  a conoscere se stesso e a lodare Dio in letizia. Morì da semplice religioso, apparentemente sconfitto, rinunciando a ogni tipo di onore e riconoscimento. Si era fatto “servo inutile” per far crescere il Cristo con “speranza che non delude”. Morì a se stesso per essere fecondo, come il chicco di grano evangelico.

Edulcorare l’agiografia, crea confusione e falsi profili di santità. P. Marco è “umano, fin troppo umano”, innamorato dell’umanità di Cristo e questo ci dona speranza che anche noi possiamo essere santi. Molti giovani che entrano, e escono presto dalla Congregazione, alla domanda “Perché avete voluto andarvene dalla Congregazione?”, rispondono “non ce ne siamo andati perché avevamo motivi per farlo, ma perché non ne avevamo per restare”.

Nei giovani c’è una forte domanda di senso della vita che noi non sappiamo intercettare, offriamo orizzonti troppo ristretti. Forse, prima di pensare o di fare qualcosa per i giovani, occorre riscoprire il respiro della vita e del Vangelo insieme ai giovani.

Esperienze “forti” possono servire ai giovani se poi riflettono sulle esperienze fatte, non devono essere costretti ad accettare programmi a scatola chiusa. Formare è umanizzare, è aiutare a essere pienamente se stessi. La cultura è cambiata, ma le esigenze del cuore umano conservano un nucleo immutabile che presto si manifesterà.

Bisogna fare i conti con il soggettivismo etico, il materialismo pratico, i social invadenti che occupano sempre più il nostro immaginario, colonizzano i nostri desideri. Con un po’ di ironia domandiamoci: “Andiamo avanti, ma verso dove? A quale futuro di santità vogliamo partecipare?”

Cerca