S. Giuseppe Calasanzio è stato, fin dagli inizi della nostra Congregazione, il protettore delle Scuole di Carità e il modello ideale cui i nostri Venerabili Fondatori ispirarono la loro identità di educatori e di presbiteri. É dal Calasanzio che essi assimilarono i tratti caratteristici del loro orientamento pedagogico e spirituale.
Vale la pena ricordare brevemente in quante cose essi si ispirarono proprio a lui, assumendolo come esempio da imitare e da divulgare: la dedizione incondizionata alla gioventù specialmente povera, il disinteresse e la gratuità dell’opera educativa verso tutti gli alunni, la fortezza e costanza (“Constantes estote et videbitis auxilium Dei super vos”) nell’affrontare ogni genere di contraddizione e difficoltà, lo spirito di vera povertà e la profonda umiltà da cui deve essere animato chi si dedica all’educazione dei poveri, la fiducia nella Provvidenza e nell’intercessione della Vergine.
San Giuseppe Calasanzio, il patrono della “Famiglia Calasanziana”, che comprende alcune congregazioni religiose maschili e femminili (Compagnia di Maria per l’educazione dei sordomuti, Congregazione degli operai cristiani di San Giuseppe Calasanzio, Congregazione delle scuole di carità, Congregazione del Sacro Cuore di Gesù, figlie povere di San Giuseppe Calasanzio, Pio istituto calasanziano, religiose delle scuole pie).
A lui è intitolato il Liceo Classico dell’Istituto Cavanis Possagno, inaugurato il 20 ottobre 1949, nel terzo centenario dalla sua morte.
La stima dei Cavanis per il Calasanzio era tale che ispirò non solo il metodo pedagogico, ma anche le Regole dell’Istituto. All’inizio, essi pensarono addirittura, più che a formare una Congregazione totalmente nuova, ad iniziare semplicemente “una diramazione dell’Ordine dei Chierici regolari poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie” (EMM II 112).
I nostri Fondatori hanno proposto ai loro religiosi il Calasanzio come esempio di vita consacrata a Dio e di zelo apostolico: il loro desiderio era che tutti potessero, nella Congregazione delle Scuole di Carità, imitarne la fedeltà, il coraggio e il disinteresse.
In quest’ottica si capiscono anche alcune tradizioni del nostro Istituto, presenti fin dall’inizio in modo chiaro e definito: la lettura frequente della biografia del Santo, la preparazione della sua festa con istruzioni e meditazioni appropriate, la celebrazione della sua festa con solennità, la decisione di riservare a quel giorno le premiazioni scolastiche e le vestizioni dei nuovi aggregati.
È inoltre nel giorno della sua festa che, nel 1820, per volere dei Fondatori “si cominciò ad abitare la Casa ch’erasi preparata alla nuova Congregazione”. La preparazione remota iniziava fin dal mese di Giugno, dedicandosi ad essa il Giovedì.
Nell’epistolario dei Fondatori il Calasanzio è chiamato “Il Santo…il nostro Santo…il nostro grande Padre…il gloriosissimo Padre S. Giuseppe Calasanzio”.
Richiamiamo alla memoria, tra i tanti episodi che dimostrano la grandissima stima di cui godeva il nostro Patrono, che la prima Messa a Roma, il P. Marco si fece un dovere di celebrarla proprio in S. Pantaleo, nella stanza in cui visse per 36 anni, e dove morì, il Calasanzio “Immaginatevi -scrive al fratello- con quanta consolazione e con quanto cuore per me, per voi e per tutti i cari figlioli” (EMM IV 31).
Anche il P. Antonio nutrì sempre grandissima stima del Calasanzio, fin dall’inizio del suo ministero sacerdotale: da quando iniziò a recitare l’Ufficio divino rimase profondamente colpito, leggendone nel breviario le lezioni, dalla vita e dalla pedagogia calasanziana.
Egli non cessò mai, in seguito, di evidenziare il legame e la protezione speciale del Santo verso la nuova opera intrapresa, sottolineando le “coincidenze” provvidenziali che continuavano a legare l’Istituto Cavanis al Calasanzio, quali l’aiuto offerto da personaggi di spicco (tra cui lo stesso Patriarca Milesi) che erano stati allievi dei Padri Scolopi e avevano quindi ricevuto l’educazione “dai figli del nostro Santo”(EEM IV 418), l’aver ricevuto proprio nel giorno della festa del Santo (nel 1831) la lettera del Papa Gregorio XVI, come anche (nel 1835) la notizia della approvazione della Congregazione da parte della Sacra Congregazione dei Vescovi
Il desiderio dei Fondatori che tutti i Cavanis guardassero a S. Giuseppe Calasanzio per imitarlo e seguirne l’esempio, attraversa i secoli e giunge fino a noi oggi: diventa per noi un invito rinnovato a credere nell’educazione, a recuperare coraggio, a porre nuovamente la carità al centro delle nostre iniziative e decisioni.
Prot. 087/08 – SETTIMA CIRCOLARE (25 Agosto 2008)