2° VIAGGIO A TIMOR EST:
18-27 DICEMBRE 2018
Imbarco con la QATAR alle 16.00. In comunione con la comunità di Roma canticchio il Regem venturum Dominum e recito il vespro. Ringrazio il Signore per tante grazie che mi ha concesso durante questi anni e il mio ricordo va ai molti viaggi fatti e agli incontri con persone di razze e nazionalità diverse.
E’ stato un privilegio per il quale non ringrazierò abbastanza il Signore che ha aperto la mia mente alla mondialità e mi ha permesso di portare il carisma di Antonio e Marco Cavanis in vari paesi.
Rifletto sugli anni che passano e sono convinto più che mai che devo ritirarmi; non ho più l’età per viaggiare tanto ed è bene che altri più giovani assumano la guida della Congregazione.
Dopo gli scali a Doha e a Bali dove non è arrivata la mia valigia, in sala attesa prego le Lodi e continuo a leggere il libro: La forza della vocazione di Papa Francesco.
20 dicembre – Arrivo a Dili
Ad accogliermi P. Josè, P. Robert, il presidente del Consiglio di comunità e un altro rappresentante della comunità. Con la macchina offerta dalla Parrocchia di San Giuseppe Operaio andiamo alla nostra casa. Là ci sono persone della comunità ad accogliermi e ragazze che suonano una musica tipica con danza. Mi consegnano la fascia dell’autorità e andiamo un momento in chiesa a ringraziare il Signore. A pranzo con noi c’è il P. Ireneu e uno studente religioso Claretiano. Nel pomeriggio converso a lungo con i due confratelli che sono entusiasti e contenti per l’accoglienza e la collaborazione che hanno avuto dalla gente. Alle 18.00 celebriamo i Vespri e la Messa di accoglienza presieduta da P. José. Saluto la gente e faccio l’omelia in portoghese. Durante la Messa ricordiamo P. Mariano dei Padri Claretiani, giovane prete di 30 anni morto improvvisamente 40 giorni fa per infarto. Faccio conoscenza delle suore del Sacro Cuore di Maria Madre di Misericordia e alcune persone della comunità portano la cena. Ceniamo insieme, mentre in chiesa fanno le prove dei canti di Natale.
21 dicembre
Scrivo a P. Ludgerio, vicario generale della diocesi, perché mi fissi un incontro con il Vescovo. Mi risponde che il Vescovo Dom Virgilio ci riceverà oggi alle ore 17.00. Presiede la Messa P. Robert, in tetum, P. Josè fa l’omelia in portoghese. Dopo la Messa riceviamo la visita delle suore Francescane della Divina Provvidenza che vengono per fare gli auguri di Natale ai Padri. Facciamo un giro in città, sul lungomare e al parco di Lecidere fino alla statua del Cristo Redentore. Nel pomeriggio, con i confratelli conversiamo un po’ sul prossimo Capitolo generale. Hanno deciso che sarà p. Robert a partecipare al Capitolo e prepareranno alcune domande da fare al Capitolo. Alle 17.00 andiamo dal Vescovo. Dom Virgilio ci accoglie molto cordialmente. Lo ringrazio per tutto quello che è stato fatto per noi Cavanis. Parliamo un po’ del Sinodo dei giovani, dom Virgilio ha partecipato. Il Vescovo invita Robert a insegnare filosofia in seminario, mentre P. Josè accompagnerà i seminaristi come padre spirituale. Parla della possibilità di attendere ad altre due comunità che sono sulle montagne e che saranno annesse alla stazione missionaria di Lessibutak. Dice che la comunità Cavanis si incontra in periferia di Dili e che ci sono molti poveri nelle montagne. In futuro, quando cresceremo, si potrà aprire una scuola. Poi il Vescovo ci mostra il giardino e le piante, tra le quali anche una di maracujà che p. Josè ha portato dal Brasile. Osserva che da una semente viene una pianta, così sarà anche per la nostra congregazione a Timor. Salutiamo p. Ludgerio e il Vescovo e andiamo nella parrocchia di San Giuseppe Operaio per trovare il parroco P. Emmanoel Lele Talok, claretiano. Ci accoglie cordialmente. Manifesta vera gioia per la presenza dei Cavanis in parrocchia. Dice che anche se di Congregazioni differenti siamo fratelli perché religiosi. Poi mi mette sulle spalle la fascia di benvenuto e accoglienza e ci abbracciamo. Una vera fraternità, altro che rivalità tra Congregazioni!
22 dicembre
Alle 6.15 P. Josè presiede la Messa e io faccio l’omelia. Andiamo a visitare le suore Canossiane presenti nella nostra parrocchia. Sono una comunità di 16 suore e hanno circa 4.000 alunni dalla scuola d’infanzia alla scuola superiore, dentro di un terreno di 4 ettari con diverse costruzioni. Oggi stavano facendo il ritiro dei professori in preparazione al Natale e invitano p. Josè ad andare a confessare. Hanno la Messa in casa ogni mattina. Soltanto al sabato non hanno la Messa in casa e chiedono ai Cavanis di celebrarla a partire dal nuovo anno. Pranziamo dalle Suore della Congregazione della Regina del Rosario. Nel pomeriggio vado all’aeroporto a prendere la valigia, finalmente arrivata, rotta e senza una ruota. Il contenuto c’era tutto, anche le stampe e l’ostensorio. In parrocchia si ritrovano vari gruppi di persone attorno alla chiesa, le donne provano i canti, 60 accoliti fanno la loro riunione, un altro gruppo di 20 bambini fanno arti marziali per proteggere il Padre, altri giovani fanno il presepio. Poi P. Robert, economo della piccola comunità, va a comprare una pizza per la cena. Alle 18.30 sparisce l’elettricità e rimaniamo al buio. In attesa che ritorni la luce raccontiamo esperienze della nostra vita consacrata.
23 dicembre
P. Robert va a celebrare nella comunità Fumento 1, P. Josè e io celebriamo nella cappella Nostra Signora delle Grazie alle ore 8.00. La chiesa è strapiena, ma molta gente è nel cortile antistante; alcune persone si sono portate le sedie da casa. Sono state installate 4 cornette esterne. Veramente chiesa in uscita! P. Josè celebra in Tetum e io faccio la predica in portoghese; purtroppo non tutti capiscono il portoghese. Dopo le moltissime comunioni c’è stata la benedizione dei bambini, in processione o portati dalle mamme per ricevere la benedizione dei sacerdoti. Dopo la Messa P. Josè va in una famiglia a benedire il corpo di una persona deceduta poche ore prima. Colgo l’occasione per parlare con P. Robert che è contento della sua esperienza missionaria a Timor. Al ritorno di P. José riflettiamo assieme sul Capitolo generale e cerchiamo di rispondere alle domande della Commissione preparatoria. Pranzo nella casa di formazione delle Suore della Carità di Maria Madre di Misericordia. Là incontriamo il gesuita P. Venanzio, confessore delle suore. Nel pomeriggio un capo scout mi invita a parlare agli scout, accetto ben volentieri. Parlo loro della Congregazione e dei nostri Fondatori. Responsabile degli scout nella Diocesi di Dili è P. Ludgerio.
24 dicembre
Mi informo sul disastro dello tsunami in Indonesia e preghiamo assieme le Lodi. La gente arriva presto per i preparativi del Natale. La chiesa vien preparata come una sposa per ricevere il suo sposo e si fa una pulizia generale dentro e fuori. Andiamo a comperare un proiettore che servirà per la catechesi, un pallone per i bambini, alcune scatole di dolciumi e a conoscere il Seminario minore dove, a partire da gennaio, p. Josè insegnerà spiritualità, sarà il padre spirituale. Dopo pranzo giochiamo con i bambini in Kanoasa, un campetto di calcetto e pallacanestro costruito con aiuti ricevuti dalla Spagna. P. Ludgerio che sta andando a celebrare in una cappella sulle montagne, viene a farci visita. P. Robert va a celebrare nella comunità Fumento 1, P. Josè e io concelebriamo alle 20.00 a Lessibutak. Celebrazione ben preparata: liturgia, lettori, accoliti, coro, danzatrici di cultura nazionale, Giuseppe e Maria in abiti tradizionali, offertorio ecc. Faccio l’omelia. La chiesa è gremita, molta gente è fuori della chiesa, si portano sedie e sgabelli da casa. Siamo in 10 a distribuire la Santa Comunione. Abbiamo calcolato la presenza di tre mila persone. Terminata la Messa un giovane fa il discorso ufficiale con gli auguri e i ringraziamenti ai Padri. Consegno l’ostensorio al presidente del Consiglio pastorale e ricevo in cambio alcuni regali (casa tradizionale, agenda e stola). Terminata la Messa alle 22.30 prepariamo la cena, due patate lesse e una frittata! Ci concediamo anche una birra, il panettone e la frutta che la gente ha portato per i padri.
25 dicembre
Scrivo un messaggio per il Capitolo delle suore Cavanis. P. Josè mi accompagna nella parrocchia di san Giuseppe Operaio ad Amautin per fare gli auguri a P. Emmanoel e poi vado a ricevere il Vescovo dom Virgilio. Concelebriamo la Messa alle 8.00. Moltissime comunioni con 16 persone che distribuivano le ostie. Dopo la comunione un’altra processione per il bacio al bambinello. Pranziamo in casa parrocchiale, arriva P. Josè, P. Robert è rimasto a Lessibutak per la celebrazione della Messa. Dopo pranzo P. Josè prepara le lettere per il segretario generale. Rispondo agli auguri di Natale e preparo un PowerPoint per la sera. Più di 30 persone della comunità sono venute a cenare con noi condividendo quello che ciascuno ha portato. Presento la geografia della Congregazione e termino con le foto di questi giorni a Timor. Presento anche le cartoline dei Fondatori in tetum.
26 dicembre
Alle 6,15 Messa: presiede P. Josè, io faccio la predica. Sono stati giorni di vera fraternità e riconoscenza per la gioia della missione che riempie il cuore sacerdotale di molte emozioni, per la partecipazione e testimonianza del popolo di Dio. Poi un gruppo di persone della comunità mi accompagna all’aeroporto. Entrano anche p. Josè e il Signor Jaime che mi presenta come “Amo General”! Parto per il viaggio di ritorno alle 12.20. Scalo a Bali.
27 dicembre
Sono ancora a Bali. Leggo i messaggi nel telefonino e vengo a sapere da P. Josè e da P. Diego della morte avvenuta nel giorno di Natale di Don Francesco Moser, fiedei donum di Trento, missionario in Brasile e Timor Est, nell’isola di Atauro. Requiescat in Pace, Dio lo accolga nel suo Regno. Nelle 10 ore di viaggio verso Doha, assisto al film Desconnected (Sconnessi), molto educativo, mostra la dipendenza dai social e come mancando Wi Fi una famiglia riprende a parlarsi e a affrontare la vita insieme. Parto da Doha alle 15.30 per Fiumicino.
Anche se stanco per il lungo viaggio, cerco di raccogliere alcuni pensieri liberandoli da tante impressioni. L’apertura a Timor che tanto mi ha fatto soffrire all’inizio, è quella che ora mi dà più soddisfazioni. Siamo stati accolti dalla Chiesa di Dili da parte del Vescovo Dom Virgilio, da parte del Cancelliere diocesano P. Ludgerio e da parte del Parroco Pe. Manoel in una forma a dir poco straordinaria. P. Ludgerio ha rinunciato alla sua cappellania di Lessibutak che tanto amava, per darla a noi.
E’ stato lui a suggerire al vescovo di darci Lessibutak. P. Emmanoel, Parroco di San Josè Amautin, ha accolto in casa i missionari Cavanis e ha fatto costruire una casa per la residenza dei Padri, ammobiliata con tutto il necessario, ha offerto una macchina della Parrocchia e ha imprestato una moto. La gente collabora in tutto. Pertanto la nuova forma di andare in missione non è costruendo opere, ma mettendoci a servizio della chiesa locale.
In seguito verranno anche le opere, ma non costruite da noi, ma dal popolo che vogliamo servire. Si spera che per il prossimo Natale sia pronta la chiesa di San Josè Amautin che il potere pubblico sta costruendo e nel 2020 potrebbe iniziare, con l’aiuto del governo, la costruzione delle nuova chiesa a LessibutaK. I Padri per la vita quotidiana hanno le offerte delle intenzioni delle Messe e molte offerte in alimenti dalla gente. Ho incontrato i due confratelli molto contenti. Vanno d’accordo, pregano e scherzano tra loro e condividono gli impegni. P. Robert è economo e amministra il denaro. Si presta molto per i lavori domestici.
Entrambi si impegnano a imparare la lingua e le tradizioni locali e sono molto apprezzati dalla gente. Le celebrazioni sono ben preparate con la partecipazione dei vari gruppi: lettori, catechisti, accoliti, coro, scout, sacrestani, decoratori della chiesa, personale delle pulizie, consiglieri e autorità, tutti si sentono onorati di servire e ognuno con i suoi compiti specifici. La stazione missionaria segue il programma che viene dalla parrocchia di San Josè Amautin, anche le offerte raccolte durante le Messe vanno alla parrocchia. In parrocchia arriveranno anche i Francescani che stanno costruendo la loro casa di formazione.
Si prevede un grande sviluppo e la stazione missionaria Lessibutak si incontra in un luogo privilegiato, in periferia e allo stesso tempo molto vicino al centro e a 10 minuti di strada dall’aeroporto. A partire da gennaio l’aeroporto sarà spostato in un’altra città a due ore di cammino perché l’aeroporto attuale passerà per una grande riforma con investimenti del governo del Giappone, per diventare aeroporto internazionale.
Arrivo a Roma alle 19,30, mi accoglie P. Moni.
Ringrazio il Signore che benedice la nostra Congregazione in Timor Es